Le donne che si truccano hanno maggior successo

Il make up come arma per star bene e fare bene

10 aprile 2017 alle ore 20:59

Trucco, artificio, imbroglio. Mille modi di definire il make up e un’unica verità: si tratta della più antica e autentica arma con cui le donne nascondono i segni del tempo.

La società premia chi si trucca

Interessanti ricerche, condotte su donne occidentali, dimostrano che, a differenza delle ragazze acqua e sapone, quelle che ricorrono al make up hanno un aspetto indiscutibilmente più salutare.

Hanno una migliore sicurezza di sé e, forse proprio per questo, hanno un maggiore potenziale in ambito lavorativo: ruoli di prestigio e salari più alti.

Il desiderio di avere fascino non ha età

Gli ultimi trend dicono che sempre più donne, soprattutto quelle un po’più in là con l’età, non rinunciano a truccarsi anzi, molte di esse, si danno al trucco permanete, con tutti i vantaggi e svantaggi annessi. Lo scopo è quello di essere sempre più affascinanti applicando il minimo sforzo possibile.

Vari studi, inoltre, dimostrano che una buona percezione di sé, ottenuta grazie al make up, incrementa la positività femminile. Aiuta le donne ad affrontare la vita, tanto in ambito lavorativo quanto personale, e questo fenomeno non ha nulla a che fare con l’età.

Truccarsi incrementa l’autostima e l’autostima favorisce la positività nei confronti di se stesse. A supporto di questa tesi, un studio condotto su donne tra i 60 e i 96 anni, dimostra che il desiderio di apparire belle non tramonta mai, anzi cresce col passare del tempo (Kligman et al.) .

Ben venga, poi, se da questo, il mondo femminile è in grado di trarre maggior successo in società.

Per le donne, dunque, giovani o un po’ più agée, il trucco resta un alleato infallibile, per stare bene, per apparire bene e, dulcis in fundo, per fare bene.

 

Dalla fonte: Liu C et al.The unspoken truth: a phenomenological study ofchanges in women’s sense of self and the intimate relationship with cosmetics consumption.In: Belk RW et al. Research in Consumer Behavior, Volume 14. London, UK:Emerald Group Publishing Limited; 2012:89–107.